dipinto in piena policromia nei toni predominanti del blu cobalto, giallo, arancione, verde, nero e ocra a raffigurare un paesaggio con una scena riferibile all’Idolatria del Vitello d’Oro opposta allo stemma di Andrea Boerio. Corpo globulare con due anse a mascherone antropomorfo sormontato da una serpe. Sul collo sono raffigurati animali di fantasia che affiancano un personaggio con mantello infiocchettato; la parte inferiore del corpo, separata da una fascia ornata da motivi vegetali stilizzati, presenta un apparato iconografico simile a quello del collo; piede circolare qualificato da una sequenza di cherubini, h. cm. 38.
Stato di conservazione: restauri al corpo; piede restaurato e rincollato
Dei Picchi si hanno notizie fin dal 1498; i due fratelli Ludovico e Angelo diressero la bottega di Casteldurante a partire dal 1540 circa fino a poco dopo il 1563, quando si trasferirono a Roma.
Il presente vaso appartiene ad un noto corredo istoriato, prodotto dalla bottega dei Picchi per il mercante genovese Andrea Boerio, residente a Palermo, il quale nel 1562 commissionò una fornitura di circa 400 vasi da farmacia (ad oggi se ne contano circa 40 esemplari superstiti), composta di albarelli di varie altezze, fiasche, grossi vasi piriformi con o senza manici e brocche, con stemma del committente. La fornitura, esplicitamente richiesta ?che fusse instoriata?, fu oggetto di una controversia che si risolse solo nel dicembre del 1563, quando almeno una parte dell?ordinativo fu consegnata.