L’Apoxiòmenos, la cui traduzione dal greco significa “Colui che si raschia”, è una delle sculture più celebri dell’antica Grecia. Rappresenta un atleta nell’atto di raschiare il sudore e la polvere dal suo corpo con uno strigile, uno strumento utilizzato dagli atleti dell’antica Grecia dopo l’esercizio fisico o una competizione. Questa scultura non è solo una rappresentazione fedele della vita quotidiana dell’atleta greco, ma è anche un esempio sublime dell’abilità artistica e della maestria tecnica dell’epoca.
Si ritiene che l’opera originale sia stata creata dallo scultore Lisippo nel IV secolo a.C.
Lisippo, uno dei più grandi artisti dell’antica Grecia, era noto per la sua capacità di catturare il dinamismo e il movimento nelle sue opere. La posa dell’Apoxiòmenos, con il suo equilibrio perfetto tra tensione e rilassamento, è un esempio lampante di questa maestria.
Nel corso dei secoli, l’Apoxiòmenos è stato oggetto di ammirazione e studio. Una curiosità interessante riguarda il Vicolo dell’Atleta a Trastevere, a Roma. Questo vicolo prende il nome proprio dalla statua dell’Apoxiòmenos scoperta nel 1844 in quel luogo. Questa scoperta ha rivelato ulteriormente l’importanza e l’influenza di questa opera d’arte nell’antichità e nel Rinascimento italiano.
Un altro aspetto affascinante riguarda la raffigurazione dell’Apoxiòmenos su monete antiche. È stato raffigurato su un tetradramma alessandrino coniato a Pella e su uno statere d’oro coniato ad Aigai. Questo dimostra non solo la popolarità dell’opera, ma anche il suo valore simbolico e culturale nell’antica società greca.
L’Apoxiòmenos rappresenta un’epoca in cui l’arte, la cultura e lo sport erano strettamente intrecciati. La sua raffigurazione di un atleta nell’atto di prendersi cura del proprio corpo riflette l’ideale greco di “mente sana in corpo sano”, un concetto che continua a risuonare anche oggi.
Il Lotto 56 dell’asta FUSIONI E DIFFUSIONI in bronzo patinato, risalente agli inizi del XIX secolo, è un’opera di notevole maestria che si estende su un’altezza di 105 cm. La scelta del bronzo patinato non solo conferisce all’opera una texture e un colore distintivi, ma evoca anche l’antichità e la durata nel tempo. Questa particolare interpretazione dell’Apoxiòmenos, pur essendo di epoca più recente rispetto all’originale greco, dimostra un profondo rispetto e ammirazione per l’arte classica. La sua dimensione imponente e la cura dei dettagli lo rendono un pezzo centrale in qualsiasi collezione o esposizione, e un collegamento tangibile con un passato artistico di grande rilevanza.