È con grande soddisfazione che Bolli&Romiti organizza la vendita della collezione di Giampaolo Lukacs, dopo l’asta che si è tenuta da Sotheby’s a Milano nel 2007. Nel cuore dell’impero Austro-Ungarico di Francesco Giuseppe, in una Budapest che rappresentava il crocevia tra Oriente e Occidente, nella seconda metà del XIX secolo nasce la storia dei Donath.
Nel 1890, parallelamente alla produzione di raffinate pipe di schiuma, Sandor Donath decide di dedicarsi anche all’antiquariato e apre un negozio di arredi e oggetti d’arte, che diventa in breve tempo molto frequentato dalle famiglie dell’aristocrazia ungherese come gli Eszterházy ma anche dall’alta borghesia. Con la dissoluzione dell’impero, il figlio di Sandor, Pal e in seguito la figlia Hedda prendono in mano le redini dell’attività. Nel 1948, però, Hedda e il marito Imre Lukacs, insieme a Pal, decidono di trasferirsi a Roma, dove nella prestigiosa Via Veneto inizia una nuova fase di successi per la galleria, ora Lukacs & Donath. La coppia si specializza nella ceramica e negli oggetti d’arte, trovandosi presto a rivestire un ruolo di primaria importanza sul mercato italiano ed europeo.
Nel 1961 e nel 1963, la galleria partecipa alle biennali di Firenze, nel 1966 alla Mostra romana di Palazzo Braschi. A Hedda e Imre succede Giampaolo che continua la politica di partecipazione ai grandi eventi italiani e stranieri e collabora con grandi collezionisti e istituzioni: nel 1996 promuove a Roma un grande convegno dedicato alla scultura barocca e alla produzione docciana, nel 1997, cede al Museo di Sèvres lo straordinario Amore e Psiche in porcellana di Doccia e nel 2009 organizza a Roma la mostra intitolata “Classici e d’invenzione. Il biscuit in Italia tra Rocaille e Neoclassicismo”.
Con Giampaolo Lukacs si ampliano gli interessi della galleria, non più concentrati esclusivamente sulle porcellane ma rivolti alla scoperta e allo studio di importanti maioliche, argenti e dipinti: questa vendita costituisce perciò l’occasione, per le diverse tipologie di oggetti che la compongono, di entrare in contatto con la grande tradizione di una dinastia che ha legato le proprie vicende con quelle della storia europea per oltre un secolo.